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Hai sensi di colpa verso qualcosa o qualcuno?

Molte persone, quando si comportano in un certo modo, si chiedono se le loro azioni siano giuste o sbagliate e, spesse volte, rimangono invischiate nel circolo vizioso del senso colpa, un’autentica ragnatela dalla quale non riescono a uscire.

Il senso di colpa è connotato da sensazioni di disagio, malessere, inadeguatezza, angoscia e frustrazione, che non sempre si appuntano su un oggetto specifico e reale, ma appaiono, piuttosto, indefinite e pervasive.

Non sempre si riesce a distinguerne le cause e – per lo più con scarso successo – si cerca di darne spiegazioni razionali.

I sensi di colpa hanno tendenzialmente la stessa origine: la mancata osservanza di norme culturali e morali trasmesse dall’ambiente familiare, scolastico e sociale nel quale si vive.

Fin da piccoli, infatti, i nostri genitori, i nostri insegnanti e le altre figure di riferimento, in modo più o meno consapevole, ci hanno impartito convinzioni e valori che, con l’andare degli anni, hanno contribuito a condizionare il nostro comportamento.

Alcuni sensi di colpa possono considerarsi ragionevoli (ad esempio, quando si determina un danno a qualcun altro o si commettono gravi errori), poiché contribuiscono al cambiamento e alla crescita della persona, che è chiamata a mettere in atto azioni per risanare la situazione spiacevole creata, prendendo coscienza dell’errore commesso e della necessità di riparare il danno arrecato.

Altre volte, però, i sensi di colpa costituiscono un inutile fardello che pregiudica il nostro benessere: sopraffatti dalle sensazioni spiacevoli, lasciamo spesso che i desideri e i bisogni degli altri prevalgano sulle nostre più profonde esigenze.

Le persone che assumono questo tipo di comportamento tendono a reprimere i loro sentimenti senza apparenti reazioni e, ponendosi in una posizione di inferiorità rispetto al prossimo, sono definite “passive”.

Al polo opposto si situano le persone definite “aggressive”, le quali, non tenendo in alcuna considerazione le opinioni e le necessità altrui, fanno sì che le proprie esigenze e i propri diritti siano sistematicamente soddisfatti, anche a costo di compromettere i rapporti interpersonali.

Coloro che, invece, sono in grado di esprimere i propri desideri e bisogni con convinzione e tenacia, ma nel pieno rispetto di quelli altrui, sono definiti “assertivi”: essi hanno generalmente una buona autostima e sono in grado di andare anche controcorrente, poiché, senza farsi condizionare da pregiudizi e influenze ambientali e culturali, si chiedono “quello che sto facendo è giusto o sbagliato per me?”.

I sensi di colpa possono portare le persone a vivere un’esistenza infelice, tutta protesa ad adempiere ciò che “è giusto”, a prestare ossequio a norme passivamente introiettate e ad autopunirsi quando, appunto, non si comportano “correttamente”.

L’eccessiva sensibilità ai sensi di colpa rende altresì l’individuo facilmente manipolabile da parte degli altri, che, in tal modo, riescono a imporre il proprio punto di vista.

Tale manipolazione può assumere la forma:

1. del ricatto affettivo (“ho fatto tanto per te e guarda come ti comporti con me!”);

2. del messaggio stigmatizzante (“comportati come ti pare, io farò di conseguenza”);

3. dell’atteggiamento presuntuoso (“devi fare quello che ti dico io, perché sono più vecchio di te”).

Il senso di colpa può, infine, tradursi in veri e propri disturbi psichici e/o fisici, derivanti da un accumulo di tensione, destinato a “esplodere” contro se stessi o contro gli altri.

E’, dunque, particolarmente importante riconoscere la presenza dei sensi di colpa, indagare le circostanze che ne favoriscono l’insorgenza e analizzarne le origini.

Attraverso la terapia cognitivo comportamentale si può favorire questo lavoro di conoscenza, al fine di acquisire maggiore consapevolezza in ordine alle proprie credenze irrazionali e iniziare, gradualmente, a modificarli e sostituirli, con ovvi effetti anche riguardo all’assertività.

Liberandosi dai sensi di colpa, si potrà più agevolmente dire di “no” ed esprimere con più libertà ciò che si pensa e si prova realmente, senza sfociare nell’estremo opposto dell’aggressività.

Il terapeuta potrà, a tal fine, illustrare alcune tecniche per una comunicazione più efficace.


Articolo a cura della
Dott.ssa Federica Buffoni
Psicologa e psicoterapeuta a Roma Parioli

Mi chiamo Federica Buffoni ed esercito la libera professione di psicologa e psicoterapeuta a Roma.


   

Ambiti di intervento
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  • Tecniche di meditazione e rilassamento evidence-based

Dott.ssa Federica Buffoni
Psicologa e Psicoterapeuta a Roma

P.I. 04305560262
Iscritta all’Albo Professionale degli Psicologi della regione Veneto n. 6373 Sezione A
Laurea in psicologia

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