Come migliorare la nostra vita interiore?
È assai diffusa l’opinione che non sia possibile cambiare la propria personalità.
Si tratta - a ben guardare - di un falso mito da sfatare: ognuno di noi, infatti, può lavorare su talune “zone d’ombra” del proprio carattere e conseguire significativi miglioramenti attraverso l’apprendimento di nuovi comportamenti e disposizioni personali.
Con costanza e tenacia, tutti possiamo conseguire, nella nostra vita, obiettivi anche molto importanti.
Le resistenze che avvertiamo rispetto al cambiamento sono essenzialmente legate al fatto che esso finisce col determinare una modificazione del nostro stile di vita quotidiano, il quale, per lo più, si caratterizza per un agire non consapevole, con il “pilota automatico” inserito.
Molto più spesso di quanto crediamo, ci troviamo, infatti, in uno stato di bassa vigilanza, in cui non ci impegniamo a discernere criticamente i pensieri, gli atteggiamenti e le credenze che costituiscono le nostre abitudini mentali.
Quando, tuttavia, riusciamo a prendere consapevolezza dei nostri sentimenti e delle nostre credenze, acquisiamo molte più capacità.
Spesso, ad esempio, siamo impegnati dalle attività quotidiane e perdiamo di vista i benefìci che potremmo ottenere trascorrendo dei momenti a contatto con la natura.
Apprendere a calmarsi permette di migliorare il nostro stile comunicativo e aiuta a descrivere le emozioni, i sentimenti, i pensieri, sia nostri sia altrui.
Un altro atteggiamento corretto è, ad esempio, quello del “non giudizio”, che ci porta ad assistere agli eventi con l’animo di un testimone imparziale.
Si tratta di una capacità che si può acquisire solo ponendo attenzione alle attività della nostra mente, che tende naturalmente a dare un’etichetta di “buono” o “cattivo” a tutto ciò con cui viene in contatto quotidianamente e a scartare come noioso tutto quanto sembra rientrare nella categoria del “neutro”.
Un ulteriore atteggiamento corretto è rappresentato dall’accettazione, che implica la disponibilità a vedere le cose come si presentano nel momento presente, senza opporvi un’inutile resistenza. Da non confondere con la rassegnazione, questo atteggiamento pone i presupposti per il compimento di azioni adeguate nella nostra vita.
Di fondamentale importanza si rivela altresì l’atteggiamento di non attaccamento, che implica “lasciar andare” per la loro strada pensieri, sentimenti e situazioni che la mente sarebbe, invece, propensa a trattenere.
Imparare a coltivare deliberatamente certi atteggiamenti - obiettivo che la terapia cognitivo-comportamentale rende a portata di tutti - permette al pensiero di assumere flessibilità e maggiore creatività, nonché di attuare più efficacemente soluzioni quando si presenta un problema.
Articolo a cura della
Dott.ssa Federica Buffoni
Psicologa e psicoterapeuta a Roma Parioli
